Il 24 giugno del 1984, solennità del Corpus Domini, dopo la processione l’Arcivescovo Mons. Magrassi e il Vicario Generale Mons. Colucci, mi confermano il trasferimento da Bari, Chiesa di San Ferdinando, Parroco dal 8 gennaio 1965 al 30 settembre 1984 (19 anni e 9 mesi), a Cassano delle Murge. Come accettai la proposta? Con serenità e in spirito di Fede: “si faccia di me sempre la Volontà di Dio“, motto della mia vita sacerdotale. E’ stato il mio quinto trasferimento, dopo quelli: da Bari (San Giuseppe) a Sammichele (1952-57) da Sammichele a Grumo (1957-64) da Grumo a Bari (San Ferdinando) (1965-1984) da Bari (San Ferdinando) a Cassano Murge (1984-2002). Ho creduto sempre al valore dell’avvicendamento nella guida di una comunità parrocchiale dopo 15-20 anni. Dopo l’esperienza pastorale arricchente di S. Ferdinando, sentivo un forte desiderio di fare esperienza di una parrocchia che nascesse e crescesse con me.
Tutto è grazia di Dio… che mi fece dono col trasferimento non solo di una nuova esperienza pastorale: dal centro di Bari ad un paese di provincia (Cassano), ma anche perché mi veniva affidato il compito di “Casa Betania” per accogliere sacerdoti, per i quali mi ero interessato dagli anni ’60 come animatore dell’Unione Apostolica del Clero. P. Magrassi Arcivescovo, con una lettera del 20 luglio 1984 mi affidava la direzione della Casa che avrebbe accolto i Sacerdoti in Cassano delle Murge (come desiderava P. Angelo benefattore).
Sempre P. Magrassi con una lettera del 1 ottobre 1984 invitava i Sacerdoti ad essere presenti alla benedizione de inaugurazione di Casa Betania per il 7 ottobre: giorno in cui avrebbe benedetto e aperto al pubblico anche la nuova chiesa, che sarebbe stata elevata a Parrocchia il 14 giugno 1985. La costruzione della nuova chiesa non fu accolta con entusiasmo a Cassano perché non si riteneva opportuno smembrare l’unità della Parrocchia Matrice, come quasi sempre accade in questi casi, e la si voleva come chiesa dipendente dalla matrice, non come Parrocchia. Perciò la preparazione dell’apertura della nuova chiesa fu affidata al Vice Parroco della Chiesa Matrice Don Domenico Moro. Il nuovo parroco fu accolto con poco entusiasmo, accompagnato dai fedeli di San Ferdinando, di Sannicandro, di Grumo. La chiesa si riempì fino sull’organo con meraviglia dell’Arcivescovo, che mi disse: “benché abbastanza grande, questa chiesa non basta per i molti fedeli”.
Il saluto verso di me fu fatto dalla Presidente dell’A.C. della Matrice, dott.ssa Tangorra. L’Arcivescovo nell’Omelia sottolineò subito: “Oggi benedico la Chiesa, ma sappiate che quanto prima sarà consacrata”; il che avvenne il 7 settembre 1985, l’8 settembre, memoria liturgica della Natività di Maria (dal titolo Madonna delle Grazie), l’inizio dell’attività parrocchiale.
Per 11 mesi dunque sono stato in tutto dipendente dall’Arciprete, come io stesso desideravo, con una pastorale di comunione anche perché Don Battista aveva accolto bene la mia designazione a futuro Parroco. Infatti già da seminarista di Teologia ero stato assistente, nei mesi estivi, della colonia per i ragazzi del Villaggio del Fanciullo e lo stesso Sindaco dell’epoca, era stato con me in Azione Cattolica mentro ero studente.
Impostai subito il mio ministero:
a) sulla vita di preghiera liturgica: celebrazione della S. Messa con breve omelia quotidiana;
b) disponibilità alla Confessione e direzione spirituale dei fedeli;
c) l’Adorazione Eucaristica ogni primo giovedì del mese e la domenica prima della Messa vespertina;
d) catechesi settimanale agli adulti (uomini e donne) dopo la S. Messa vespertina e per i giovani ad ora tarda (20,30 -22,00);
e) ritiro mensile guidato da sacerdoti della Diocesi;
f) assistenza agli ammalati e anziani con confessione e comunione mensile;
g) aiuto ai bisognosi (tramite la Caritas).
Frattanto si costituivano: l’Azione Cattolica Adulti, Giovani, l’ACR; il Consiglio Pastorale, l’Associazione Madonna delle Grazie, il Gruppo di preghiera P. Pio (con due pellegrinaggi all’anno a S. Giovanni Rotondo e la costruzione del monumento a Padre Pio dinanzi all’edificio scolastico “A. Perotti”), il Gruppo Catechiste, il Coro dei Giovani del Prof. Magistro, la scuola materna, il centro culturale, l’assistenza domenicale all’Ospedale Maugeri ed ai vari borghi della zona verso la foresta Mercadante, dove si celebrava la Santa Messa il pomeriggio del sabato.
La Chiesa veniva arricchita con immagini sacre, con le vetrate della ditta Mellini di Firenze e disegni del pittore Gaetano Valerio, con le tre campane, con l’organo e con gli affreschi del pittore Mario Colonna. Nell’oratorio rivestimenti delle mura delle aule, la macchina cinematografica, la biblioteca, le iniziative sportive per giovani e ragazzi e ogni anno nel periodo natalizio la recita.
Sacerdoti collaboratori: P. Angelo Centrullo, Mons. Colucci, don Ciccio Berardi, don Franco Conte, don Giacomo Simone, don Mimmo Castellano, diacono Lucio Vitolli, mons. Lenoci, prof. Giorgio, don Serini, mons. Di Maggio. Due seminaristi del Seminario Regionale per due anni hanno fatto esperienza pastorale in comunità dal pomeriggio del sabato al pomeriggio della domenica; oggi sono sacerdoti a Molfetta, ad Altamura e a Monopoli.
Che dire poi dell’accoglienza in casa Betania? Tra i tanti sono stati ospiti: il Card. Colasuonno, il Vescovo di Potenza mons. Vairo, mons. Bottiglione, mons. Bello; il gruppo “Se vuoi” con don Borracci e l’Azione Cattolica diocesana con Mons. Magrassi e don Vito Marzigliano, i medici del Miulli (precetto pasquale).
Quando ho lasciato la Parrocchia, la Comunità era diciottenne (giovane), promettente, protesa alla missionarietà, con tre vocazioni: di Pierpaolo Fortunato al Sacerdozio, di Angela Putignano (catechista dell’ACR) alla vita claustrale agostiniana, di Quero Roberto, alla vita religiosa Francescana.
Questo fu l’impegno affidato alla comunità lasciando la Parrocchia e Casa Betania:
- Leggete il Vangelo Amate l’Eucarestia
- Siate devoti alla Madonna con il S. Rosario
- Siate missionari verso i lontani con la testimonianza della vostra fede
- Fate con il mio successore più e meglio di quanto avete fatto con me.
Questo augurio lo confermo anche oggi nel venticinquesimo della nascita di questa comunità parrocchiale.
Don Oronzo Valerio