22 marzo 2020

IV DOMENICA DI QUARESIMA 

“Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo 

Gesù pronuncia queste parole nel contesto della festa delle capanne e prima di aprire gli occhi al cieco nato, senza preraltro esserne stato richiesto. 

Anche questo brano evangelico (insieme alle altre letture della IV Domenica di Quaresima) fa parte di quel cammino alla riscoperta del Battesimo cristiano, che abbiamo intrapreso. L’infermo non chiede nulla, e Gesù posa lo sguardo su di lui, sapendo che la cecità indica la situazione naturale dell’uomo, malato di una grave malattia, al punto da non avere neanche la forza di rivolgersi a chi solo può guarire. 

Il gesto di spalmare il fango sugli occhi, e poi lavarsi alla piscina di Siloe, ci ricorda la prima creazione, secondo la Genesi, per dirci che la venuta di Cristo può costituire per l’uomo la nuova creazione, il “venire alla luce”, sì una vera nascita (proprio il Battesimo), solo che ci si abbandoni a Lui, con una obbedienza cieca, fino a pronunciare l’atto di fede: “Credo Signore!”

Le conseguenze poi del Battesimo cristiano, nel quale i credenti sono stati graziati, le descrive S. Paolo dicendoci chiaramente che “ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce”. Come a dire che siete entrati a far parte di Cristo “Luce del mondo”, perciò non potete non pensare e agire che alla maniera di Cristo. Anzi voi stessi siete diventati luce con Lui, in un mondo ancor da restituire alla luce, alla pace, all’Amore. 

Ogni evento storico, per i cristiani, va visto alla luce del Vangelo di Gesù, che ha vinto il mondo. 

Accogliamo allora anche noi l’esortazoine di S.Paolo: “Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà” 

Cari fratelli, non ho voluto venir meno al solito messaggio domenicale.  Prego per tutti voi. Il Signore non tarderà a soccorrerci. 

Don Nicola 

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