31 maggio 2020
Domenica di Pentecoste
“Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo”
Come avrebbero potuto gli Apostoli obbedire al comando di Gesù nel giorno dell’Ascensione, di andare in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo e battezzare, con le loro povere forze?…
Ecco allora che nel giorno in cui si celebrava la Pentecoste ebraica, Gesù manda loro il dono promesso dello SPIRITO SANTO.
Vale la pena riscoprire la ricchezza e le potenzialità infinite di questa realtà senza la quale anche noi oggi non possiamo andare lontano. Anzitutto, nel racconto degli Atti degli Apostoli, lo Spirito Santo è “pienezza“.
Il vento gagliardo che riempì tutta la casa dove gli Apostoli si trovavano, sta a significare che il luogo certo era delimitato e le persone erano poche, ma stava per iniziare una predicazione del Vangelo dalle dimensioni sconfinate.
Anche le “lingue come di fuoco”, indicavano la Parola infuocata e capace di essere intesa nelle varie lingue dei popoli presenti quei giorni a Gerusalemme. Esattamente il fenomeno contrario a quella confusione e dissipazione iniziata con la torre di Babele.
Il secondo aspetto, legato al primo e frutto dello Spirito, lo vediamo nella “unità”. Potremmo per questo domandarci: come riconoscere se una comunità è guidata dallo Spirito? Possiamo affermare che essendo noi cristiani inseriti in Cristo come membra vive, attraverso il Battesimo, è lo stesso Spirito, che unendoci in un solo corpo, è instancabile operatore di unità. Nella Chiesa pertanto vi possono essere molteplici carismi, ministeri e operazioni, ma tutti finalizzati per il bene comune, ciò che noi chiamiamo “CARITA’“, il più grande dei carismi.
Il progetto originario di Dio prevedeva esattamente questa grande armonia, dove nulla e nessuno potesse sentirsi inferiore o inutile. Solo il ritorno dello Spirito Santo, che l’opera redentrice di Cristo ci ha guadagnato, ha reso possibile il cammino di ricomposizione, nel quale ognuno di noi però è chiamato a porre la sua parte.