Don Gianni e Don Bruno

Come un arrivederci

“Settembre, andiamo. È tempo di migrare.” Comincia così una nota poesia di Gabriele D’Annunzio, che parla di pastori e di transumanza. Facciamo nostre queste parole per esprimere le emozioni che ci attraversano in questo momento. Anche per noi è tempo di andare. Altri pascoli ci attendono, altre “greggi” ci saranno da accudire e amare. Ma prima di andare come non voltarsi e ringraziare? Come non fare memoria grata dei “ pascoli” che ci hanno nutrito, e delle fonti che ci hanno dissetato? Il nostro grazie così diviene preghiera. Preghiera che oggi innalziamo al Signore per voi e con voi.

Il primo grazie sicuramente è per il Signore, che ci ha dato di venire qui in mezzo a voi. A Lui che ha guidato i nostri passi e che ha permesso ai nostri cuori di incontrarsi in questi tre anni. Ma grazie anche a te don Nicola, e attraverso te un grazie a don Mimmo. A voi che avete voluto con tenacia la nostra presenza qui. Grazie per la fiducia di cui abbiamo goduto e a cui abbiamo cercato di rispondere con il nostro impegno. Da subito ci siamo sentiti investiti di responsabilità ma mai soli nel portarla. Tanti sono stati i momenti di fraternità che ci hanno permesso di confrontarci e di arricchirci. Abbiamo scoperto così, che il vero segreto della vita presbiterale non sta tanto nella bravura individuale, quanto nella capacità di condividere i propri talenti per il bene della comunità. Come i discepoli anche noi ci siamo ritrovati intorno all’altare eucaristico, fonte e culmine di tutta la vita della Chiesa. Ma è stato bello confrontarsi anche seduti intorno alla stessa mensa, dove abbiamo condiviso i pasti in semplicità e cordialità. Qui allora sentiamo di dire un grazie speciale a Tonia e Marta, per il servizio che ci avete reso con umiltà, e per la testimonianza della vostra speciale consacrazione al Signore. Grazie per aver reso casa Betania una nostra seconda casa. E un grazie anche a te Andrea o meglio, don Andrea, con cui abbiamo condiviso quest’ultimo anno. È stato bello per noi trovarti qui, in questa veste nuova dopo gli anni vissuti insieme in seminario. Grazie per tua amicizia e per la tua semplicità, con cui ci hai dato testimonianza che davvero il regno di Dio appartiene a chi si fa come bambino. Ti auguriamo di restare sempre fedele a questa tua vocazione nel ministero che stai intraprendendo.

Un grazie a tutti i catechisti e le catechiste, ai collaboratori, e agli animatori sportivi impegnati sui campetti, per la passione con cui dedicate il vostro tempo libero alla parrocchia. Sapete, per il cristiano ogni attività è un modo diverso di trasmettere i valori stessi del Vangelo. Fate in modo che ogni iniziativa abbia in Cristo il suo inizio e in Lui il suo compimento. Vi auguriamo di continuare a spendere così il vostro tempo, con generosità e dedizione. Un grazie particolare invece a Rosa, Maria, e Angela. Con voi abbiamo condiviso gomito a gomito il cammino formativo dei giovani. Con voi abbiamo trepidato nei giorni di latitanza dei ragazzi; con voi abbiamo gioito in quei momenti in cui il Signore ci ha donato di vivere esperienze significative. Solo chi ha sperimentato il fascino di un cuore che si apre alla vita, sa che educare è un sinonimo del verbo amare. Anche a voi auguriamo di continuare a spendervi per i giovani, con la convinzione che l’educazione è l’unico investimento che produce frutti a lunga durata.

Un grazie sentiamo di dirlo a tutti i ragazzi e ragazze che abbiamo incontrato in questi tre anni; a voi ragazzi dell’oratorio, a voi ragazzi del gruppo giovani e giovanissimi, e a voi ragazzi del gruppo dei ministranti.

Voi siete il motivo più vero della nostra presenza qui. Grazie di averci permesso di entrare nella vostra vita. 

Raccontandoci di voi avete arricchito anche noi; per questo, come dice l’apostolo Paolo, ci siete diventati cari. Sappiate che abbiamo cercato di dare il meglio di noi. Ci auguriamo che a parlarvi di Cristo siano state più le nostre vite che le nostre parole, ma siamo coscienti dei nostri limiti. Abbiamo fede però, che il Signore saprà scrivere diritto sulle nostre righe storte.

Un ultimo grazie lo rivolgiamo alla comunità, indirizzandolo a tutti e a ciascuno. A tutte le famiglie, le associazioni, ma anche ad ogni singolo viso incontrato in questi anni. Magari ci siamo scambiati solo un saluto, una pacca sulla spalla, o qualche breve parola. Sappiate che nessun gesto ci è rimasto indifferente, ma lo custodiamo come un tesoro prezioso da portare con noi.

Ora è proprio giunto il momento di andare! È tempo di “scendere a valle” . Sapete, c’è un canto che dice che: partire è sempre un po’ morire. E forse oggi, anche noi stiamo vivendo questo. Ma come per i cristiani la morte non è la parola definitiva, così anche per noi questo saluto non è un addio ma un arrivederci. Nel nostro cuore abbiamo la certezza che non stiamo scrivendo la parola fine al termine di un capitolo importante della nostra vita, ma quella di un nuovo inizio. Fisicamente saremo lontani, ma nella preghiera, nell’affetto e nell’amicizia, saremo di nuovo vicini. Su strade diverse, ma tutte orientate verso il Signore.

Cassano delle Murge, 17 maggio 2014

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