Tra le “ricchezze” della nostra Parrocchia…

Il Santuario e la comunità religiosa

Santuario Santa Maria Degli Angeli

Nelle cose della religione, il centenario non è mai un semplice avvenimento cronologico, ma piuttosto un momento di grazia, in cui si fa memoria riconoscente del passato e ci si protende, con rinnovato dinamismo, verso il futuro”. 

Cosi scriveva il Santo Padre Giovanni Paolo II, di venerata memoria, in occasione del 7° centenario del Santuario della Madonna di Loreto.

In quest’occasione di bilancio, che caratterizza anche il ricordo venticinquennale dell’istituzione della nostra Parrocchia, allontanata ogni tentazione di trionfalismo e millanteria, ritroviamo che Cassano conta, tra i doni della Provvidenza, da antichissimo tempo la presenza del Santuario della Madonna degli Angeli officiato da una Comunità Religiosa (oggi Agostiniana). Ambedue comunemente designati con l’unico nome “Il Convento“.

Voluto fortemente da “un pio sacerdote… che a seguito di triplice visione ritrovò un’immagine dai colori tenui e dai lineamenti delicati, dipinta sulla roccia in una grotta della Murgia” donò alla Chiesa i propri terreni circostanti. Siamo nel 1469.

Le vicende tristi delle soppressioni e conseguenti abbandoni da parte dell’Ordine Francescano cui era stato affidato fin dalle origini non hanno impedito che questo luogo santo fosse meta di pellegrinaggi, accolti dalla Comunità Religiosa che con zelo e operosità ne ha fatto il “tesoro” del popolo cassanese…. “il fiore all’occhiello” — dice qualcuno. E lo è davvero, ma non solo perché è stato arricchito di opere d’arte che costituiscono la massima parte del patrimonio artistico del paese, ma soprattutto perché ancora oggi, pur non registrando pellegrinaggi di massa, numerosi sono i fedeli che vi accorrono per trovarvi, nella mistica GROTTA, quel “ristoro” assicurato da Gesù a chi “affaticato e oppresso” ricorre a Lui.

Sia l’uno che l’altra, che pur sussistono sul territorio di una parrocchia, canonicamente non sono strutture parrocchiali, perciò il costituirsi della seconda Parrocchia in Cassano, non apportò alcuna modifica né alla loro natura né al servizio che essi rendono al “popolo di Dio” più universalmente inteso. Però sì la loro presenza nell’ambito della Parrocchia può e deve essere motivo di “rendimento di grazie” per tutti, “pastori e gregge“, per essere noi i primi a ricevere quella “acqua che sgorga dal tempio” per cui “tutti quelli ai quali giunse quest’acqua, furono salvi e dicono, alleluia”.

A noi, pertanto, la grande responsabilità di “curare” e “far fruttificare“. La Parola di Dio parla chiaro nella parabola dei talenti. Cosa portiamo al “Padrone” ? Altri “dieci”? Altri “cinque”? O solo “il talento ricevuto”, peraltro danneggiato, perché, per paura di che o di chi?) l’abbiamo sotterrato?

Ma per riconoscere bisogna prima conoscere. E noi conosciamo il dono che abbiamo ricevuto? Sappiamo “cos’è un Santuario?” e “quali sono le attese della Chiesa?” Il Santo Padre Giovanni Paolo II nella succitata lettera apostolica a proposito dei Santuari: ebbe a dire, “nel contesto religioso di oggi [i Santuari sono]: non luoghi del marginale e dell’accessorio ma, al contrario luoghi dell’essenziale, luoghi, dove si va per ottenere “la grazia”, prima ancora che “le grazie”… i Santuari siano luoghi di evangelizzazione, vere e proprie cittadelle della fede, nel senso globale che questa parola aveva sulla bocca di Gesù quando diceva: “Convertitevi e credete al Vangelo” ( “http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/fzz.htm” \l “eo” Mc 1,15)… “I grandi Santuari sono chiamati ad essere “centri di spiritualità e veri campibase nel cammino della fede in vista della nuova ondata di evangelizzazione, di cui avvertiamo tanto urgente il bisogno per l’Europa e per il mondo“. Questi gli effetti consolanti? “Quante persone si sono recate ad un Santuario per curiosità, come visitatori, e sono tornate alle loro case trasformate e rinnovate, perché vi hanno ascoltato una parola che le ha illuminate! Vale in modo tutto particolare per i Santuari ciò che Dio dice per mezzo del profeta: “Il mio tempio si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli” (“http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/fmf.htm” \l “bht” Is 56,7).

Sempre il Papa ci viene in aiuto nel proporre come si possa passare da un “consuntivo in rosso” ad un “preventivo in nero”, per andare “con rinnovato dinamismo, verso il futuro”. “Occorre l’opera sapiente e zelante delle persone poste a servizio dei Santuari e di quelle che accompagnano spiritualmente i pellegrini. Per questo non si raccomanda mai abbastanza la necessità di una adeguata pastorale, aperta alle grandi sfide del mondo e ai segni dei tempi, ispirata alle direttive conciliari e del magistero più recente della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda l’efficace amministrazione dei sacramenti e la centralità della Parola di Dio“.

“L’efficacia dei Santuari si misurerà sempre più dalla capacità che essi avranno di rispondere al bisogno crescente che l’uomo sperimenta, nel ritmo frenetico della vita moderna, di un contatto silenzioso e raccolto con Dio e con se stesso…

Anche noi, nel piccolo, facendo nostro l’augurio che il Papa faceva relativamente a Loreto, ci rimbocchiamo le maniche perché “si avveri sempre più” …che quanti ogni giorno … si accostano al Sacramento della Confessione e dell’Eucaristia si convertano dall’incredulità alla fede, dal peccato alla grazia, dalla tiepidezza e dalla superficialità al fervore spirituale ed all’impegno della testimonianza”.

Il Santuario poi, dicevamo, è retto da una Comunità religiosa….Passando al secondo dono che riconosciamo di aver ricevuto, sappiamo “Cos’è la Vita religiosa” ? Qui ci viene in aiuto il Concilio Vaticano II il quale, parlando della costituzione del popolo di Dio afferma:… “I consigli evangelici della castità consacrata a Dio, della povertà e dell’obbedienza, essendo fondati sulle parole e sugli esempi del Signore …, sono un dono divino che la Chiesa ha ricevuto dal suo Signore ….Perciò la professione dei consigli evangelici (cioè la Vita Religiosa – ndr) appare come un segno, il quale può e deve attirare efficacemente tutti i membri della Chiesa a compiere con slancio i doveri della vocazione cristiana”.

Questa dottrina, recepita dalla legislazione ecclesiastica (Diritto Canonico) è espressamente professata, laddove si afferma: “fedeli i quali, con la professione dei consigli evangelici mediante voti o altri vincoli sacri, riconosciuti e sanciti dalla Chiesa, sono consacrati in modo speciale a Dio e danno incremento alla missione salvifica della Chiesa; il loro stato, quantunque non riguardi la struttura gerarchica della Chiesa, appartiene tuttavia alla sua vita e alla sua santità”.

Segno della santità della Chiesa“, “Dono divino che la Chiesa ha ricevuto“, “manifestazione della molteplicità dei carismi“, “segno della fecondità della Chiesa“… tutto questo ed altro ancora è la Vita religiosa per la Chiesa… tutto questo è il tesoro che la nostra comunità ha ricevuto e gratuitamente. Se senza nessun nostro merito l’abbiamo ricevuto, sapremo per lo meno conservarlo e duplicarlo?

Maria, Madre della Grazia e dispensatrice delle Grazie, i Santi Francesco ed Agostino la cui spiritualità è sempre presente nelle strutture e nelle persone e il Beato Giacomo che tra queste mura ha raggiunto la vetta della santità lo chiedano per noi e noi ce ne rendiamo degni.

A cura dei Padri Agostiniani