Siate un’oasi spirituale, una casa dell’amicizia, un laboratorio missionario
Lettera alla comunità parrocchiale di “Santa Maria delle Grazie” in Cassano delle Murge a conclusione della Visita pastorale (24-27 sett. 2009)
Carissimi don Nicola e don Mimmo, carissimi fedeli, la gioia del Signore sia la vostra forza.
1. In ascolto del Signore e dei segni dei tempi
A 25 anni dalla dedicazione della Chiesa e a 24 anni dall’istituzione della parrocchia, la configurazione di questa comunità si è ulteriormente definita. Lo sviluppo di Cassano verso Nord-Ovest, prima con le ville della zona “Circito”, poi con i villaggi turistici (“borghi”) verso Mercadante, e con l’ulteriore espansione abitativa, ha visto il raddoppiarsi della popolazione. Questa parrocchia, caratterizzata dalla vastità territoriale, se ha già raggiunto i 6.500 abitanti, prevede nel futuro un’ulteriore crescita. Non si tratta solo di cittadini baresi che si trasferiscono nel territorio parrocchiale in modo definitivo o in tempi sempre più prolungati (nei fine settimana e nel periodo estivo) o di albanesi (dall’epoca dell’arrivo a Bari della nave Vlora nel 1991), ma anche di immigrati di varie nazionalità, che trovano più facilmente l’opportunità di abitare a Cassano. Questo denota la capacità di accoglienza che vi fa onore e manifesta l’apertura d’animo della popolazione. L’identità primaria del paese, segnata dal mondo agricolo, ha visto nel corso degli anni l’incremento della cooperazione. Ho voluto sottolineare la peculiarità di tale esperienza, incontrandomi con due cooperative di oleificio e di cantina sociale. Di fronte alla tendenza individualistica che ha segnato il mondo contadino del Sud, non sfugge ad alcuno, in questa epoca di globalizzazione, la necessità di sviluppare ulteriormente la cooperazione, con produzioni di qualità, che assicurino un futuro colmo di speranza. Le esperienze, già da molti anni consolidatesi, sono un segno positivo di crescita culturale ed economica.
2. Considerazioni sulla vita della comunità
Nel clima della crisi economica, mi piace richiamare, facendo eco delle vostre osservazioni, che l’agricoltura si è dimostrata economia reale, capace di attenuare le difficoltà dell’attuale momento e di assicurare opportunità di lavoro anche alle nuove generazioni. Oltre ad alcune industrie, nulla è più evidente dello sviluppo del settore turistico. Nell’interland barese Cassano ha acquistato, prima di altri centri, una fisionomia turistica di rilievo. La particolare configurazione del territorio parrocchiale (molto esteso) richiede sul piano della progettualità pastorale una sensibilità missionaria aggiuntiva. Se la vocazione missionaria deve caratterizzare ogni parrocchia (come è stato richiamato autorevolmente dalla Chiesa italiana nel documento Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia), per la parrocchia S. Maria delle Grazie ciò vale in maniera tutta singolare. Mi sembra che l’esperienza “Case di ascolto della parola” rappresenti una felice intuizione, che potrebbe utilmente incrementarsi, con l’impegno laicale, ma anche con la disponibilità qualificata dei Religiosi e delle Religiose presenti nel territorio parrocchiale. Infatti caratteristica di questa parrocchia è la ricchezza di presenza consacrata: presso il Santuario “Santa Maria degli Angeli” con i PP. Agostiniani, l’Oasi “S. Maria” con le Ancelle rlol Sacro Cuore, diretta da Mons. Colucci, e la Casa di Riposo “Sacro Cuore” con le Apostole del Sacro Cuore. È una ricchezza che non trova facili riscontri e che, se da un canto vede questi centri spirituali a servizio dell’intera diocesi – anzi con un raggio d’azione ben più vasto -, dall’altro, vorrei che fossero considerati dalla comunità parrocchiale come una vera “grazia” di cui beneficiare. In questo senso, è evocativo il titolo stessa della parrocchia: S. Maria delle Grazie. In un breve scambio con l’Amministrazione Comunale, ho avuto modo di prospettare l’eventualità di un suolo almeno per un luogo di culto a servizio dei nuovi insediamenti abitativi e dei vari borghi (uno dei quali ho visitato), come già aveva indicato Mons. Magrassi nella precedente visita pastorale del 1991. Ma le “grazie” si sono moltiplicate nel tempo, anche per la lungimiranza dei sacerdoti di Cassano, e in particolare di P. Angelo Centrullo. Oltre la costruzione dell’Oasi “S. Maria”, della Chiesa “S.Maria delle Grazie” e della “Casa Betania” per i sacerdoti, si devono a lui, tra l’altro, le strutture della Clinica “Maugeri” e della ‘Villa dei Pini”. Le ho visitate, cogliendone la preziosità, e apprezzando il servizio pastorale assicurato, oltre che da don Oronzo Valerio e dai Padri Agostiniani, anche dai sacerdoti, ministri della Santa Comunione e volontari della parrocchia. Il territorio è completo anche sotto il profilo delle strutture scolastiche, che ospitano la scuola elementare, la media e il liceo scientifico e classico. Incontrandone gli alunni ho raccolto le ansie educative dei dirigenti e degli insegnanti in particolare, considerando che l’integrazione dei figli dei nuovi “immigrati” richiederà un supplemento di impegno a tutti. Intenso e arricchente è stato il dialogo che ho avuto con gli alunni liceali più grandi. La sete di verità accompagna il mondo giovanile non meno che in altri periodi della storia. I momenti culminanti li ho vissuti con il Consiglio Pastorale Parrocchiale, il Consiglio per gli Affari Economici, le associazioni parrocchiali e la comunità tutta, assemblearmente riunita. Si è trattato di incontri di particolare rilievo e capaci di offrire prospettive pastorali concrete.
3. Indicazioni pastorali
Il cammino parrocchiale percorso nei primi 17 anni sotto la guida del primo parroco don Valerio è stato fecondo e ha preparato l’attuale stagione con il parroco don Nicola e il vicario cooperatore don Mimmo, impegnati nell’attuazione del progetto pastorale diocesano sulla “Mistagogia”: Come abbiamo potuto rilevare nel dialogo, non si tratta di una “formula”, ma di una visione e impostazione pastorale che richiede il convergere verso l’unità dei vari “frammenti” pastorali viventi in parrocchia. Una concezione di Chiesa-comunione, voluta dal Concilio Vaticano II, deve comportare per tutti l’armonizzazione tra la diversità dei carismi e il cammino comunitario di tutta la parrocchia. Non si tratta di mortificare la specificità delle singole Associazioni e dei gruppi, ma di trovare un momento comune d’ incontro per promuovere “insieme” l’impegno missionario. A tale scopo ripropongo quanto ho richiesto nel progetto pastorale che ho affidato a tutta la diocesi. È necessario che tutti, al di là delle specifiche attività, si ritrovino nell’incontro comunitario settimanale per approfondire la ricchezza sacramentale e liturgica della celebrazione domenicale e per considerare insieme le scelte pastorali che devono orientare la vita parrocchiale. Mi è sembrato, infatti, che una preoccupazione comune riguardi i nostri ragazzi. Sono numerosi, in una parrocchia che tende a crescere e a non invecchiare. Oltre l’encomiabile impegno dei catechisti e dell’Azione Cattolica, ho rilevato l’impegno profuso dagli operatori-educatori dell’Oratorio. È convincimento sempre più diffuso che l’educazione cristiana dei ragazzi debba coinvolgerli, unitariamente, nell’ascolto della Parola, nella celebrazione domenicale e nella vita di gruppo, con una attenzione particolare al giuoco. I ragazzi del nostro tempo ne hanno particolarmente bisogno. La ristrutturazione del campo sportivo vede gli sforzi di tutti orientati verso un impegno educativo più esteso a vantaggio dei più piccoli. Il sostegno dell’ANSPI, secondo le prospettive che avete richiamato, potrebbe essere molto proficuo. È questo un aspetto pastorale di una “mistagogia in atto”. Avete già indicato altre priorità: l’attenzione al mondo giovanile, con un coinvolgimento educativo più pieno, l’avvio del Gruppo famiglia, l’arricchimento del numero dei ministri straordinari della S. Comunione, il cammino di comunione pastorale, tra le due comunità parrocchiali.
4. Con lo sguardo rivolto al futuro
Ho vissuto con gioia tra voi questi giorni di visita pastorale. L’aver alloggiato presso “Casa Betania” in serena amicizia con i cari Don Nicola, don Mimmo e don Antonio, con il premuroso servizio di Tonia e Marta, mi ha permesso di sentirmi maggiormente “a casa”. Betania, nel Vangelo, è la “casa dell’amicizia” di Gesù. La cura particolare che presta don Nicola alla chiesa e alle strutture pastorali, come anche alla Casa Betania, a lui affidata, trovi in voi solerti collaboratori. Conserverò gelosamente la “memoria” di questi giorni, e sono certo che crescerete nel mistero di Gesù e della Sua Madre Santissima, ricolmi di ogni Grazia.
+ Francesco Cacucci Arcivescovo di Bari-Bitonto