17 maggio 2020

VI Domenica di Pasqua

“Pregherò il Padre ed Egli vi manderà un altro Paraclito perché rimanga con voi per sempre”

Proseguendo il discorso nel Vangelo di questa domenica, Gesù conforta i discepoli spiegando che questo distacco rappresenta la necessaria uscita da sé, per aderire pienamente alla volontà di Dio. E questa si concretizza in un atteggiamento di obbedienza: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”.

L’amore verso Gesù dunque non è un sentimento, ma il compimento della sua parola, così come l’amore di Gesù per noi, non è stato un sentimento, bensì il compimento pieno della volontà del Padre. L’amore è una persona; egli infatti promette l’altro consolatore in sua vece: lo SPIRITO SANTO, per continuare nei secoli la sua opera.

La vita di ogni cristiano e tutta la vita della Chiesa si muove al cenno dello Spirito. Lo Spirito prega in coloro che pregano, guida alla Verità tutta intera, introduce in quella stessa unità tra il Padre e il Figlio, è fortezza in coloro che combattono per il bene. Nella persecuzione scoppiata dopo la morte di Stefano, lo Spirito conduce Filippo in Samaria per predicare il Cristo e guarire i malati d’ogni genere, sicché gli Apostoli da Gerusalemme inviano Pietro e Giovanni, i quali invocano lo Spirito Santo sui nuovi cristiani. Quando poi si tratterà di rendere testimonianza alla propria fede nelle inevitabili difficoltà o persecuzioni, S. Pietro esorta ancora ad adorare Cristo Signore nei propri cuori per “essere pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della Speranza che è in voi”.

Prepariamoci dunque a celebrare l’Ascensione di Gesù al Cielo, ma soprattutto il dono del Suo Santo Spirito, senza del quale non può essere rinnovata la faccia di tutta la terra.

 

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