29 gennaio 2017

“Beati i poveri in spirito”

Se finora nel suo cammino Gesù andava dicendo “Convertitevi (ritornate a Dio) perché il regno di Dio è vicino” e il regno di Dio a portata di mano è lui stesso, ora il discorso si fa ancora più concreto.
Quello del Vangelo di oggi è chiamato “discorso della montagna” (Mt. 5) proprio perché Gesù si presenta come novello Mosè con una nuova legge che non rinnega quella antica ma la integra. Una legge seria, propositiva, impegnativa e decisamente “rivoluzionaria”.
Perché Egli afferma “Beati i poveri in spirito” ? Questi “poveri” in senso biblico sono coloro che svuotandosi di se stessi e di ogni presunzione, costruiscono la propria vita non sui propri progetti (vedi il peccato originale di Adamo), ma fidandosi e affidandosi unicamente a Dio. “Povero” dunque è l’umile che lascia sempre più spazio e interesse a Dio proprio come si è dimostrato Gesù stesso, per primo, nelle situazioni più dolorose, più assurde fino al momento supremo della croce. Perciò il Padre lo ha liberato dalla morte con la risurrezione. E S. Paolo dice (2° lettura) “Grazie a Lui (cioè a Dio) voi siete in Cristo Gesù”.
La nostra povertà di spirito allora è piena di speranza, cioè di certezza di un esito positivo già sin d’ora, se consideriamo la nostra condizione di figli, resi tali dalla morte e risurrezione di Gesù. In lui è la sorgente della nostra vera ricchezza, della nostra gloria e della nostra pace, in mezzo ai limiti e le povertà del cammino terreno.

Buona Domenica!

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